Al tempo dei libri falsi e bugiardi
27 febbraio 2011 § 8 commenti
Realizzare un progetto grafico capace di accompagnare a un concept originale, un’estetica gradevole e un’intima aderenza al contenuto non è affatto facile. Cosa fare dunque se l’ispirazione latita? Beh… si può sempre citare, omaggiare, ammiccare, lasciarsi ispirare, o imitare il lavoro di qualcun altro a vari livelli di spudoratezza. Va da sé che posta la naturale limitatezza dei temi, delle forme geometriche, e delle loro possibilità combinatorie, talvolta ciò che appare imitazione imitazione non è. Ad ogni modo vediamone qualche caso.
Falso Storico
A sinistra Melville, Moby Dick, Arion Press 1979; progetto grafico di Andrew Hoyem, illustrazione di Barry Moser. A destra Stefano D’Arrigo, Horcynus Orca nell’edizione Oscar Mondadori 1982
Falso D’Autore
E’ un Penguin o non è un Penguin? Ebbene non lo è: L’art director Pete Rozycki ha pensato bene di addobbare la storia delle bufale letterarie di Melissa Katsoulis da Penguin, proprio in onore delle suddette bufale archittettandone una coi fiocchi. Scrive Stefano Salis nella sua cover story del 23 gennaio: “la copertina è un perfetto falso Penguin.Con scherzi dichiarati:«Cuckoo Books» e «Complete Fakery». Nella quarta di copertina la chicca:«Cover design: Pete Rozycki, apologies (tante scuse) to Sir Allen Lane», mitico fondatore dei pinguini. Applausi,appunto”.
Falsetto
Altro falso segnalato da Salis sempre nella cover story del 23 gennaio: Chiarelettere? No, Fazi!
Strane somiglianze
Foto di Sandy Skoglund, le due copertine sono due metà della stessa foto originale, dal titolo “Revenge of the Goldfish”, del 1981. Segnalato da La collana della regina.
Londra o Praga?
Di bomba in bomba
Identità pittorica (grazie a Sonia Boselli)
Su segnalazione degli ottimi Appunti di carta (http://www.appuntidicarta.it/)un altro caso ad alto tasso di spudoratezza:
La donna che amava i numeri: http://t.co/meGid3J
Quello che le mamme non dicono: http://t.co/YwuURE1
Grazie mille! E se trovate altri casi segnalateceli!
Le due ultime copertine, quelle della donna seduta sul letto col libro in mano, mi piacerebbe sapere di chi è l’ opera in copertina, perchè sembra proprio un quadro di Edward Hopper.
L’immagine della donna che legge – sul letto – evoca sensualità e alienazione.
Bisogna scoprire se i due libri sono altrettanto “sensuali” e “alienanti”.
Il secondo libro (Luoghi senza identità) in effetti sembra fatto apposta, il sottotilo -chiarificatore – è speciale:
“Il motel come metafora del nomadismo e della precarietà delle relazioni umane”.
Certo di “Luoghi senza identità” se ne potrebbe fare una lunga lista.
Grazie al sottotitolo e all’immagine di Hopper non ci può essere nessun misunderstanding!
Ottima analisi!
Si tratta proprio di Hopper,Hotel room, 1931.
E grazie ancora del tuo prezioso contributo iconografico 🙂
Riceviamo e segnaliamo:
Cappuccetto rosso deve piangere, 2010: http://www.elliotedizioni.com/catalog/title/title_card.php?title_id=124
Black moon.Il gioco del vampiro, 2011:
http://fine-nelsogno.blogspot.com/2011/02/black-moon-il-gioco-del-vampiro-di-keri.html
Non uguali ma concettualmente simili:
Grazie Chiara! Un saluto ferroviario 🙂
Dopo Mazzantini e Neuman, Daniela ci segnala Carrère. Ringraziamo e giriamo 🙂
http://www.einaudi.it/libri/libro/emmanuel-carr-re/la-settimana-bianca/978880614940
[…] La copertina di un libro, come il contenuto e il titolo, ha un ruolo importante per il successo editoriale. È lei la “vetrina” più importante per attrarre il lettore e incuriosirlo quando il libro è esposto in libreria, in edicola, o visibile attraverso uno schermo. Lo sanno bene editori ed editor, scrittori, grafici. Nel web ci sono anche blog dedicati esclusivamente alle copertine, per esempio copertinedilibri o Who’s the readar? Chi l’ha detto che un libro non si giudica dalla copertina? […]