Fare i libri. Dieci anni di grafica in casa editrice, minimum fax

7 dicembre 2011 § 2 commenti

Dicevamo qualche tempo fa:

I libri si possono davvero giudicare dalla copertina. Essere editori significa infatti avere un progetto e affidare un’idea a degli oggetti. Non si tratta di mettere delle pere in una cassetta di legno, ma di ritagliare spazi di realtà deperibile, in serie, su cui cucire -a filo testo- del significato di valore.

Ecco perchè i libri di un editore che rispetta il proprio lettore e crede in quello che fa si possono giudicare dalla copertina. Così la pensano anche in casa minimum fax: secondo Riccardo Falcinelli (art director) “Le copertine devono somigliare a tre cose: al libro che racchiudono, all’editore che lo pubblica, al lettore che lo compra“.

Esce in questi giorni “Fare i libri – Dieci anni di grafica in casa editrice“, volume che ripercorre dieci anni di collaborazione fra Riccardo Falcinelli (art director) e minimum fax, un’ottima occasione per buttare un occhio nell’officina grafica di una casa editrice “di progetto”.

Il rapporto fra il grafico e la casa editrice cresce a pane e metonimia: protagonisti delle prime copertine sono gli oggetti su campo neutro, sempre straniati e assoluti, parti che alludono al tutto del libro. Sono solo le prime prove ma si vede già quell’atrazione pop per il postmoderno, gli oggetti commerciali, e la retorica non lineare che caratterizzeranno dieci di linea grafica.

Collana dopo collana, Martina testa (direttore editoriale), Marco Cassini (editore) e Riccardo Falcinelli (art director) ci guidano alla scoperta di un catalogo ampio e variegato, dalla collana Nichel ai Sotterranei, da Filigrana alla defunta Indi, passando per quelle dedicate al cinema, alla musica e ai grandi autori che hanno fatto la storia della cas editrice (Carver, Wallace, Fitzgerald…), fino a Quindici, i titoli storici del catalogo. Di ciascuna ci mostrano bozzetti e prove di stampa, formati, gabbie e font, tracciando linee di continuità ed evoluzione, idee in nuce e risultati finali; un post a parte andrebbe dedicato agli illustartori che hanno segnato 15 anni di storia con la loro collaborazione, intanto ci limitiamo a ricordarli: Marina Sagoma, Agostino Iacurci, Luigi Bicco, Alessandro Gottardo.

Poi ci sono gli aneddoti. Come quando il distributore rimandò indietro un’intera cassa di minimum classics (su cui si era voluto esagerare in illusionismo vintage) considerati danneggiati;o quando un po’ per gioco un po’ per risparmiare si vollero mettere in copertina i ricordi di famiglia (i nonni Falcinelli immortalati nelle foto di Non parliamo la stessa lingua di Todd Hasak-Lowy, i giocattoli usati per Il luogo sottile di kathryn davis o Appuntamento a Samarra di John O’Hara) o le citazioni come nella copertina di Stai tranquilla, io sto bene di Olivier Adam (in cui i francobolli ritratti sul prospetto richiamano le copertine dei libri precedenti dell’autore).

C’è molto altro in questo libro come un redattore che finisce in gabbia su un libro di Aimee Bender, Alessandro Grazioli che racconta di quanto una copertina possa influire su un lancio stampa, e MarcoCassini che riflette sul rapporto fra costi e packaging e su come talvolta fare qualche scelta in controtendenza non possa che rivelarsi salutare; ma con giudizio, perchè in fondo “il segreto dell’arte sta sempre nel fermarsi al momento giusto“.

Michael Muhammad Knight, Impossible man, Sagoma

18 novembre 2011 § 3 commenti

Fantasia a fumetti per il libro di Michael Muhammad Knight in libreria per i tipi di Sagoma. Caratteri baloon sullo sfondo di un interno borghese da “fotografia di natale a casa degli zii”. Chi se ne frega, un bambino ha appena ricevuto la sua tutina da super eroe ed è pronto per salvare il mondo.

Viaggio in Italia, Bur

18 settembre 2011 § 5 commenti

Opzione nostalgia per Viaggio in Italia. In copertina gli anni ’50 di un’Italia vista al cinema degli anni zero, un immaginario falso-magro a colori e scala di grigi. Soluzione furbetta insomma, che strizza l’occhio al grande pubblico (quello che un libro di racconti tratti da un house organ non lo comprerebbe mai) e tira dentro un po’ di tutto.

Difficile d’altronde vendere altrimenti un libro di racconti, per di più di Gadda, Parise, Ginzburg, Dessi, Berto, Banti… Esecuzione impeccabile: bellissima resa grafica e furbizia elegantemente mascherata. Da applausi (di un pubblico registrato e un po’ antico).

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Lucilla Noviello, L’amore in nero, Zines

22 luglio 2011 § 5 commenti

Spesso l’equilibrio si dà nella stasi inquieta. E’ questo il caso dell’illustrazione di copertina di Amore in nero di Lucilla Noviello: i due personaggi si guardano attraverso un vetro, l’uomo dietro l’inutile protezione dello sportello.

Tacciono e tutto è fermo, eppure sentiamo ancora nell’aria l’odore dei gas di scarico dell’auto e la prospettiva innaturale disturba. Non c’è pace per gli amanti senza passaporto, ciascuno clandestino a sè stesso, entrambi pronti ad imbarcarsi con poca speranza nel viaggio di una notte.

Bella e ricca di sottotesti la disposizione della titolazione a seguire le linee sghembe della prospettiva: rosa, nero e petrolio; il nome dell’autrice a segnare un parcheggio lasciato libero quasi come fosse fuggita lasciando i propri personaggi in balia di sè stessi. Un progetto silenzioso e originale.

Corriere della Sera. In edicola una collana dedicata ad Agatha Christie

21 luglio 2011 § Lascia un commento

Aghata Christie non passa mai di moda e con l’estate torna in edicola in allegato al Corriere della Sera. Collana economica ma curata: nei materiali con una brossura in buon cartoncino e l’uso di bandelle (non comunissime nelle pubblicazioni da edicola), ma soprattutto nel progetto grafico.

Nome dell’autrice in grande, nella calligrafia autografa; titolo sempre protagonista della composizione di cui risulta prte integrante. Si gioca con garbo e ironia fra l’ingenuità di una lettura d’altri tempi (“è stato mister X, nel salotto, col candelabro”) e l’arguzia che ha fatto la fortuna della signora del giallo, il tutto condito con un pizzico di pop e di antica cinematografia (fatta di omicidi-al-veleno, cartoline dalle-località-balneari e battelli-sul-fiume).

Niente di nuovo in fondo, ma tutto piace ed è scelto con cura ed equilibrio. Progetto fresco e gustoso.

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Fabrizio Ottaviani, La gallina, Marsilio

24 Maggio 2011 § 5 commenti

Ogni copertina si confronta con un contesto (di genere, di collana o di catalogo), e da questo confronto può uscire rafforzata o indebolita. Ci si può limitare a riproporre con coerenza la linea grafica abituale, o si può provare ad alzare l’asticella introducendo un certo scarto di innovazione pur all’interno delle linee conosciute, o ancora si può tentare un’operazione di rottura.

Quest’ultimo è il caso della copertina di La gallina di Fabrizio Ottaviani, edito da Marsilio. Solitamente le copertine della Marsilio non ci hanno fatto impazzire: troppo calcate in tratto e colori per i nostri gusti; ma questa ci ha colpito per l’originalità.

L’elaborazione grafica in copertina (“3D Chicken” di Francesco Di Marco), segna una discontinuità fortissima rispetto ai soliti pastelli o talvolta ai veri e propri dipinti della serie, riuscendo inoltre a spostare il concetto tradizionale e prosastico di “gallina” dalla più assoluta banalità alla curiosità fantascientifica.

Qui la trama:

In una ricca ed elegante città europea una vecchia riesce con un tranello a consegnare una gallina viva al maggiordomo di Elena e Massimiliano De Giorgi, facoltosi e influenti coniugi di mezza età. Nel giro di poche ore, tuttavia, si comprende che nessuno ha mai ordinato una gallina viva. Cosa si nasconde, allora, dietro un regalo tanto singolare? Si tratta di uno scherzo di cattivo gusto? Chi è stato a organizzare quella che all’inizio sembra solo una burla, e per quale ragione? Finché un giorno, attirato dal folle vortice di errori ed equivoci che tanto i padroni quanto i domestici hanno contribuito a sollevare, lo spettro della catastrofe apparirà all’orizzonte. Esilarante farsa raggelata dallo humor più nero, La gallina è anche un atroce apologo metafisico in grado di materializzare le paure più profonde; fra tutte, quella di smarrire per sempre la propria umanità.

Onestamente il nesso con la cover ci sfugge… Ma non fa nulla. Bislacca la trama, bislacca la copertina, tutto molto divertente. Un bonus: in libreria non passa inosservato; un malus: sul web la resa estetica è pessima. Nel complesso un progetto bislacco, ma ci piace ugualmente.

Lo sport in copertina, uno sguardo alla collezione Dall’Occa

7 Maggio 2011 § Lascia un commento

Come ogni prima domenica del mese, anche domani sotto i portici di Piazza Diaz a Milano si terrà il consueto appuntamento all’aperto dedicato a tutti gli amanti del libro raro,antico e di pregio. Fra l’altro, con le sue 130 bancarelle, questa edizione  di Libri a Piazza Diaz si candiderà come il più grande mercato scoperto di edizioni rare d’Europa.

Per l’occasione la libreria Malavasi espone la bellissima collezione di libri sportivi che il bolognese Marco Dall’Occa ha raccolto in anni di appassionata ricerca bibliofilica. Per chi volesse approfondire, qui l’articolo di Stefano Salis sul Domenicale del Sole 24 ore, e qui il saggio di Hilarius Moosbrugger (disponibile su Maremagnum).

Non ci resta che lustrarci gli occhi 🙂

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Hans Keilson, La morte dell’avversario, Mondadori

5 Maggio 2011 § Lascia un commento

Niente di più banale di una rosa nera: l’abbiamo vista cento volte sulle copertine dei più schifosi best seller a tema succhiasangue (quelli per intenderci di questo tipo), o di certi thrilleroni rinascimentali. Ma la scelta di rappresentarne solo la sagoma e di abbandonare il nero sul bianco sporco dello sfondo, si rivela vincente tanto sul piano estetico quanto su quello dell’originalità: innocenza compromessa e fascino marcescente privi di retorica. Chi vuole legga anche un riferimento in contraltare a La rosa Bianca.

L’opera è di Jannis Kounellis, Senza titolo (rosa nera), 1966, custodita al Museo del ‘900 di Milano, riprodotta da Luca Carrà per Electa. Curiosità: la stessa opera compare in piccolo, orientata in modo speculare, sulla quarta di copertina.

Copertina della serie “quando ci si mettono….“: Mondadori riesce finalmente a prendere una copertina popolare e a renderla bella.

La gestualità dei siciliani, Fabio Olivieri, edizioni Krea

21 aprile 2011 § Lascia un commento

La produzione legata al folklore locale è in genere capace di produrre (in maniera del tutto deliberata) alcuni dei testi più brutti in circolazione, libri in cui lo stereotipo viene innalzato a progetto grafico ed editoriale. Ed è così che ci ritroviamo sugli scaffali decine e decine di libri dai titoli ammiccanti e spiritosi, banali e grassottelli, licenziati da letteravendoli e pennaioli -spesso sotto falso nome e non di rado facenti parte del giornalismo o dell’accademia- desiderosi di mettersi in tasca qualche spicciolo extra. Prosecutori insomma della gloriosa tradizione della pubblicistica popolare di consumo dedicata all’evasione spicciola ed economica.

Eppure, di tanto in tanto, capita che la suddetta programmatica semplicità editoriale lasci spazio a prodotti complessi e raffinati. E’ il caso della Gestualità dei Siciliani delle edizioni Krea. Si tratta di un piccolo volumetto elegante ed economico (appena 10 euro!), in brossura con cartoncino rigato di buona qualità e pagine bianco panna, non patinate.

La copertina è divisa in due sezioni dall’alternanza dei colori di sfondo: da una parte l’ocra aranciato, dall’altro il bianco panna; colori che ritroveremo sullo specchio delle pagine interne nella misura di una fascia centrale (spezzata da illustrazione e testi) su sfondo bianco. Tornando al prospetto, titolo e autore vengono ospitati da in un riquadro a metà pagina decentrato rispetto al baricentro della copertina; ma l’equilibrio viene ristabilito dalla presenza delle illustrazioni che, oltre ad animare la pagina, legano i due riquadri e concentrano l’attenzione del lettore sulla resa complessiva.

Le illustrazioni di Jasmin Carnabuci, i testi introduttivi, e le didascalie in sei lingue completano l’opera. All’editore Krea tanto di cappello, anzi… di coppola!

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Il Domenicale del Sole 24 Ore. Febbre da capolavoro

12 aprile 2011 § Lascia un commento

Sempre bello e sempre più pop l’ inserto domenicale del Sole 24 ore. Ma con un concept che sfugge l’ironia fine a se stessa. Ci si chiede:  la penna in questione sarà quella dei critici il cui metro misura solo dal “good” allo “wow”? o quella degli scrittori bruciati dalle pressioni per produrre best sellers di qualità?

La verità (ma guarda un po’) sta nel mezzo: grandi scrittori (tranne che in alcune fortunate stagioni) ce ne sono sempre stati pochi in giro. E’ nell’ordine delle cose che si pubblichino libri belli e libri brutti, ma soprattutto che di capolavori non se ne incontri ad ogni giro d’angolo; eppure il mercato continua a vomitare titoli su titoli spacciandoli per tali, ad un ritmo di oltre un centinaio di nuove uscite ogni giorno, indispensabili per alimentare impianti assetati di carta e inarrestabili.

Ma gli spazi sono pochi, i critici militanti sempre meno e sempre più spesso confinati in prestigiosi box laterali, poco più che riserve indiane. Non è più tempo per militanti e ideologie, adesso vanno di moda gli attivisti e i volontari, personale d’ingaggio critico al margine dell’organico, fanteria da sbarco rapida e letale che piomba sulla pagina, divora, e mitraglia le sue 1500 battute; è vero tengono la posizione, ma senza artiglieria e genio, senza aviazione e marina si fa poca strada.

Veniamo infine alla cover: da notare l’equilibrio dei colori (arancione di sfondo e rosa salmone della pagina bilanciato dal marrone in alto a sinistra) e la geometria delle forme (triangolo retto a destra bilanciato dai titoli nei due riquadri a sinistra) . Design di Adriano Attus, Luca Pitoni, Laura Cattaneo.

Il paziente sarà pure febbricitante, ma è ancora ben lungi dal guarire o dal crepare. Non ci resta perciò che attrezzarci di borsa del ghiaccio e sorriderne un po’, magari in chiave pop.

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