La copertina nella Stanza di Alice Beniero

28 gennaio 2014 § 2 commenti

LA STANZA_SOVRACOPERTA

Sapete come funziona con gli elefanti nella stanza, no? Se qualcuno vi dice di non pensare a un elefante in una stanza voi per prima cosa penserete a un elefante in una stanza. E’ così che funziona il nostro cervello, siamo stupidi.

Penso che per un grafico sia lo stesso: a furia di pensare “ora mi viene una buona idea” è possibile che non gliene vengano in mente che di pessime. E allora che si fa? Invece di lavorare sull’elefante si lavora sulla stanza.

Alice Beniero, art director di Isbn, doveva disegnare la copertina per un libro intitolato, appunto, La stanza. Beh, ne ha fatto il suo elefante e l’ha messo in copertina. Capolavoro.

Le nuove copertine dei tascabili di Fabio Volo

1 dicembre 2013 § 5 commenti

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Anche detti i vooooola, vola, volaretti. Ultima incarnazione possibile dopo i miti e i supermiti ecc ecc ecc: il collezionabile puro. Altra piroetta di Giacomo Callo. Se qui sotto vi mettete a sfogliarle abbastanza in fretta fanno un effetto psichedelico meraviglioso.

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Cosa significa la copertina del nuovo romanzo di Fabio Volo

29 novembre 2013 § Lascia un commento

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Fabio Volo è tornato, e sono tornati i suoi libri. Nella copertina del suo ultimo romanzo, La strada verso casa, troviamo una semplice maglietta bianca, con lo scollo a V, appesa a una gruccia di legno sospesa nel vuoto. Ed è subito capolavoro. Anzitutto si tratta di una copertina sfidante, non immediata, e questo già di per sé non è poco per un libro che vuole rivolgersi a un pubblico il più ampio possibile. Una copertina che ha l’iconicità di un objet trouvé e l’immediatezza di una prima serata su Italia uno, senza per questo sacrificare la coerenza iconografica a cui ormai il lettore di Volo è stato abituato dai libri precedenti.

Lo scrittore si mette a nudo e dice “io sono così”, un ragazzo semplice in jeans e t-shirt che quando torna a casa e si spoglia appende diligentemente la maglietta usata su una gruccia Ikea (invece di abbandonarla in giro, che poi si spiegazza e non si può mettere più), stappa una birra e se la beve a torso nudo sul divano (sempre Ikea) del soggiorno (Ikea). Fabio Volo c’est moi.

La strada verso casa invece è un titolo italiota che -a me- riporta alla mente da una parte i Modena City Ramblers di Riportando tutto a casa, dall’altra il Lagioia pugliese della Bari anni ’80. Ma Volo (pseudonomen omen) viaggia leggero e, per quanto giovane, a casa ci torna senza portare traumi originari né salmerie ideologiche: disimpegnato, scanzonato e casalingo, scende in piazza solo per andare a comprare il pane, che al nord fa freddo sul serio e la sciarpa è più utile della Kefiah. Che non è neanche una cattiva cosa.

Qualche tempo fa Antonio Bozzo ha scritto sul Corriere che Scerbanenco è stato “il Cechov dei Navigli“. Una definizione che, per quanto riduttiva nei confronti dell’uno e dell’altro, non si può non apprezzare nella sua arguzia glocal: l’universale è il particolare, e l’umanità di Scerbanenco che si specchia nell’acqua dei Navigli è la stessa che studia Cechov fra i riflessi delle vetrine moscovite.

Se Scerbanenco è il Cechov dei Navigli, Fabio Volo è quantomeno il Gogol’ di Calcinate. Ma anche questa è una formula indubbiamente riduttiva per un autore capace di parlare al cuore di milioni di lettori: chi se ne frega del Meridiano, Volo ha già conquistato l’intero mappamondo. E, per questo, non si può che ammirare.

La grafica degli Intramontabili Edizioni E/O

18 novembre 2013 § 2 commenti

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Da qualche tempo è arrivata una nuova collana in libreria: si chiama Gli Intramontabili, è pubblicata dalle Edizioni E/O ed è curata dal sottoscritto*.  Qui vorrei parlarvi di due cose: il senso di questo progetto, e la grafica della collana.

La grande letteratura deve durare nel tempo. Ecco perché proprio in un momento come quello che stiamo attraversando, in cui la caccia frenetica alla novità rischia di farsi cieca più che mai, con le Edizioni E/O abbiamo deciso di varare un nuova collana dedicata al recupero della letteratura senza tempo. Ogni capitolo sarà una nuova lettura della nostra epoca e una rilettura di quella in cui ha fatto la sua prima apparizione.

I primi titoli sono Bella di giorno di Joseph Kessel, da cui Buñuel ha tratto il celebre film con Catherine Deneuve; Diglielo da parte mia di Joan Didion, una delle voci più importanti del New Journalism e scrittrice straordinaria; e infine Collages di Anaïs Nin un romanzo raffinato di una delle scrittrici più scandalose del ‘900.

Ci sarebbero un sacco di cose da dire su questi libri, ma capisco che se fossi io a farlo magari non mi credereste. Però credete ad Annalena Benini che su Bella di giorno ha scritto delle cose bellissime per il Foglio. O a Cristiano Demajo che su Studio elenca tutto quello che c’è da sapere su Joan Didion. O a Elena Stancanelli che scrive di Anaïs Nin su Repubblica.

Quanto alla grafica invece: rispetto agli altri libri E/O, le cover sono più fotografiche per accentuare le caratteristiche di corporeità dei loro protagonisti. Il titolo e il nome dell’autore sono molto grandi.  Il formato ampio, la brossura di cartoncino ruvido e una carta leggera segnano una via di mezzo fra un’edizione tascabile e quella tipica della collana Dal mondo, la nostra collana principale. Classici in fieri, insomma, per forma e per contenuto.

Buona lettura!

*Io per le Edizioni E/O ci lavoro, quindi se pensate che questo post sia di parte avete ragione, lo è, come tutti i post che parlano di cose che mi piacciono. E il mio lavoro mi piace molto.

I supereroi non sono come noi: come vivevano i felici

12 ottobre 2013 § 2 commenti

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Bernard Madoff è stato per molti anni uno degli uomini più importanti della finanza americana. La sua carriera è finita con una condanna a 150 anni di carcere per avere orchestrato una delle più grandi frodi finanziarie di tutti i tempi. Massimiliano Governi ha deciso di raccontare la sua storia dal punto di vista del figlio (suicida) in Come vivevano i felici, edito da Giunti.

In copertina un’opera di Adrian Tranquilli, artista contemporaneo che ha raccontato il nostro tempo attraverso la rilettura di icone della cultura pop. L’opera in questione fa parte del ciclo Know yourself del 2002-2004. Ritrae Batman (o chi per lui) in giacca e cravatta, seduto per terra, abbattuto, la ventiquattrore abbandonata al suo fianco.

Questa copertina ci dice varie cose.

-I supereroi non salvano più nessuno: i numeri e gli algoritmi si sono rivelati molto più pericolosi dei laser spaziali e dei turborefrigeratori a reazione e loro non possono fare più niente (non a caso è proprio un crack bancario di origine terroristica che nell’ultimo film di Batman mette in ginocchio il nostro eroe).

-Bruce Wayne è un gigante della finanza mondiale che di notte indossa la maschera di eroe per difendere Gotham City. Al contrario il supercattivo Bernard Madoff mentre tramava alle spalle dei risparmiatori ha indossato la maschera di eroe della City ogni giorno, dall’alba al tramonto.

-Governi parla di Felici, ma in copertina troviamo uno degli eroi più infelici di sempre. E questa è una scelta felice.

-Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ma fuori dai fumetti non arrivano con un morso di ragno. Ecco perché i supereroi non sono come noi, noi siamo gli eroi.

Ottima scelta.

 

Diorama, libri e Baustelle

25 settembre 2013 § 1 Commento

Copertina Inferriata

I libri sono diorami, ricostruzioni in miniatura del mondo dove tutti i particolari vengono cesellati con fatica estenuante e assurda. Che senso hanno? I libri, intendo, e anche i diorami. “Nel diorama il tempo non può farci male, solo il culmine di vite singolari, l’illusione che non marciranno mai”. Forse sono lì solo perché qualcuno si dichiari amore eterno.

Walter Siti, Arrenditi! Resistere non serve a niente

14 settembre 2013 § 2 commenti

resistere non serve a niente

Ho capito finalmente cosa non mi tornava.

Il romanzo di Walter Siti non ha un sottotitolo, ha un titolo sottinteso. Prima di “Resistere non serve a niente” infatti qualcuno deve dire “Arrenditi!”. Il titolo completo quindi dovrebbe essere: Arrenditi! Resistere non serve a niente.

A quanto pare la rapina a mano armata è finita male, qualcosa è andato storto e sono arrivate le forze dell’ordine. Ora loro stanno fuori e l’altro sta dentro, un insider, e dovranno trattare, fare del trading. Le trattative non sono ancora iniziate, ma già sappiamo che almeno uno muore visto che sta lì in copertina bello lungo sotto il lenzuolo.

Il problema è che non sappiamo neanche chi è l’eroe, non sappiamo se dobbiamo fare il tifo per chi sta facendo la rapina o per chi la sta sventando. Finisce male? Finisce bene? Per quanto continueranno a fare trading? Sono i buoni le forze dell’ordine? Sono i cattivi? E gli ostaggi chi sono? Ne faranno fuori uno ogni mezz’ora?

 

Arriva in edicola Topolino numero 3000, ecco la copertina

22 Maggio 2013 § 1 Commento

Immagine

E visto che il numero 2000 è uno dei primi che ricordi, ho più 1000 Topolini sulle spalle. Buon compleanno Topolino, e grazie.

Copertine: attenzione agli effetti collaterali

22 aprile 2013 § 1 Commento

Effetti collaterali

Il libro di Ben Goldacre parla delle storture del mercato farmaceutico: un foglietto illustrativo di 432 pagine in cui si indicano dosi e tempi di somministrazione, ma soprattutto gli effetti collaterali di un’industria spesso spietata.

Più che una medicina, però, questa inchiesta vorrebbe avere i caratteri dell’antidoto, e tutti gli antidoti vengono sintetizzati a partire dal veleno che dovrebbe combattere.

Indicativo a questo proposito il progetto grafico di Manuele Scalia: la copertina riproduce nella disposizione degli elementi e nelle scelta dei colori (pallidi e rassicuranti) l’aspetto di una scatola di medicinali. Inoltre la scelta del rosa e del blu non solo risponde a un preciso richiamo iconografico, ma si rivolge allo stesso target di riferimento di molte case farmaceutiche: donna e responsabile d’acquisto.

Un ottimo progetto, semplice, bello ed efficace.

Metti una pistola in copertina

15 febbraio 2013 § 3 commenti

Crovi-Noir

Cercate un noir? Sappiate che in Italia il noir in copertina prevede una pistola. Non un coltello, una pistola, ci sono delle tradizioni molto precise. Noir, istruzioni per l’uso di Luca Crovi, pubblicato da Garzanti, naturalmente non fa eccezione.

Uno scrittore di genere non può permettersi di sparare a salve: ogni colpo deve andare a segno colpendo il lettore senza pietà. Non c’è spazio per esitazioni, tentennamenti o divagazioni letterarie. Lo scrittore di genere è un killer feroce, la sua penna uno strumento di morte. Grande copertina, insomma.

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