Perché gli ebook non hanno ancora sfondato e come potrebbero farlo

22 luglio 2013 § 14 commenti

20130722-093735.jpg

Qualche giorno fa Gabriele ha scritto un post in cui, fra le altre cose, dice questo: visto che i lettori non riconoscono agli ebook lo stesso valore che gli attribuiscono gli editori, veniamogli incontro, vendiamoli assieme al libro di carta, due prodotti al prezzo di uno (ipotizzo di poco superiore al prezzo attuale di un libro di carta).

A un primo sguardo potrebbe sembrare un’idea poco sensata. Perché io editore dovrei regalare al lettore qualcosa che gli interessa tanto poco? E per di più, perché mai dovrei investire delle risorse per continuare a produrla?

Eppure, secondo me, l’idea di Gabriele non è da scartare, anzi. Discutiamone un po’.

Nell’editoria c’è un mantra quando si parla di digitale ed è questo:
Avete visto cos’è successo all’industria discografica? Non si sono accorti che il terreno gli stava franando sotto i piedi e guardate cosa è successo. Impariamo da loro prima che sia troppo tardi.
Ma le cose non sono così semplici.

Da quando è cominciata l’era della riproducibilità, la musica ha sempre avuto bisogno di un mezzo per essere ascoltata: un grammofono, un giradischi, un mangianastri, un lettore cd, un lettore mp3, un computer.

Invece, da quando è cominciata l’era della riproducibilità dei testi (cioè concretamente dall’avvento della stampa), il libro non ha mai avuto bisogno di un mangianastri: è stato sempre e solo un libro.

[Possiamo discutere quanto volete sul fatto che anche il libro sia un mezzo e che prima c’erano le tavolette di pietra e i rotoli e bla bla bla. Ma supporto e mezzo di riproduzione sono sempre stati un tutt’uno -il libro stesso- a differenza della musica che ha sempre tenuto ben separate queste dimensioni –nastro/cd/mp3, lettore corrispondente-]

Dall’inizio dell’era della riproducibilità tecnica, la vita degli musicofili si è semplificata sempre di più e in un tempo relativamente breve. Forse fin troppo rapidamente, tanto che le case discografiche non sono state capaci di star dietro all’evoluzione tecnica.
Disco e grammofono: la musica diventa riproducibile a piacimento e si svincola dal tempo e dallo spazio determinato di un’esecuzione dal vivo.

Musicassetta: la musica diventa portatile.
CD: il supporto migliora le sue prestazioni.
Mp3: il supporto viene eliminato, la musica tende a coincidere con lo strumento di riproduzione. Impazza la pirateria.
Arriva Itunes: acquistare musica digitale legalmente diventa possibile e facile.
Streaming: il costo della musica si svincola dall’unità di contenuto, non si paga più per avere x minuti di musica x a disposizione; si paga per avere musica.

Col tempo, insomma, i musicofili hanno avuto a disposizione sempre più musica, fruibile in maniera sempre più semplice e sempre più economica. La digitalizzazione gli ha semplificato la vita.

Con i libri non è andata allo stesso modo. Dall’inizio dell’era della riproducibilità tecnica, il libro ha subito un’unica trasformazione di rilievo: è quella che stiamo attraversando oggi e non ci ha semplificato la vita.

Libro: è un oggetto.
Ebook e lettore di ebook: sono due oggetti.

Abbiamo un bel dire che in un lettore ebook possono essere contenuti migliaia di titoli, che si possono fare delle ricerche in un lampo e bla bla bla. Sono quisquilie. La verità nuda e cruda è che l’ebook è più difficile del libro di carta.

L’evoluzione della musica è andata in una direzione chiara: semplificazione. Nel giro di alcuni decenni gradualmente la musica ha perso peso, è diventata più economica, portatile, e infinitamente più disponibile.

Dopo mezzo millennio invece i libri sono diventati di colpo più complicati. Perché con il libro di carta pagavo 15 euro e avevo a disposizione 6 ore di lettura chiavi in mano, con l’ebook invece devo comprare due cose distinte (il file da leggere e lo strumento per leggerlo), imparare a usarle, e per la prima volta nella storia del libro avventurarmi nel magico mondo dell’obsolescenza dei supporti, dei formati e delle tecnologie.

Un incubo.

Ma ti pare che io lettore per un risparmio del 30% (più o meno tanto si risparmia comprando l’ebook invece del cartaceo) mi imbarco in questo salto mortale cognitivo? Ma neanche morto.
E noi stiamo ancora a parlare di DRM.

E’ ovvio che il mio sia un discorso tagliato con l’accetta, così com’è ovvio che l’ebook sia un supporto incredibilmente più ricco del libro di carta quanto a possibilità. Ma devo convincere anche la famigerata casalinga di Voghera, non solo quelli che “sono bravi col computer”.

Nella storia dell’uomo le uniche innovazioni che hanno avuto successo sono quelle che ci hanno semplificato la vita, non quelle che ce l’hanno complicata. I benefici dell’ebook sono straordinari, ma per goderne è necessario fare un salto cognitivo a dir poco acrobatico senza il quale questi benefici non sono neanche immaginabili. E’ necessario complicarsi la vita per renderla dopo incredibilmente più semplice. E’ un atto di fede, insomma, e nessuno ha mai acquistato un bel niente per un atto di fede.

Ecco perché penso che Gabriele abbia ragione quando dice che bisogna regalare l’ebook a chi compra il cartaceo. A costo zero un atto di fede diventa molto più probabile, il salto cognitivo si fa più accessibile, e avendo in mano un ebook gratis magari lo provo anche. Magari non mi dispiace. Magari comincio a capire che in alcuni casi un ebook è molto più comodo di un libro di carta. Magari comincio a capire che di alcuni titoli vorrei solo l’ebook che un po’ risparmio e non mi perdo niente, tanto di carta non me li comprerei.

E improvvisamente abbiamo creato un mercato, e gli ebook vengono venduti, e altri continuano a comprare i libri di carta e a usare ogni tanto l’ebook allegato. E gli editori vendono i libri e gli ebook. E tutti sono contenti.

PS questo è quello che Morozov definirebbe un post soluzionista, ma chissenefrega.

Tag:,

§ 14 risposte a Perché gli ebook non hanno ancora sfondato e come potrebbero farlo

  • Jacopo D. ha detto:

    Il discorso ci sta, però trovo che tutto sommato la lettura di un ebook non sia così complessa. Un annetto fa ho regalato a mia mamma un Kindle perché per problemi di vista aveva di fatto smesso di leggere, e da allora legge in continuazione. Ora, non so come funzioni con lettori che non hanno uno store integrato, ma col Kindle lei sa che le basta aprire Amazon, trovare ciò che le interessa e premere un paio di pulsanti perché le arrivi l’ebook sul Kindle.

    Il bundling aiuterebbe senza dubbio, ma il problema resta il costo. Se come dici l’accoppiata cartaceo+digitale porterebbe a un aumento di prezzo, quanti sarebbero disponibili ad acquistarli? Ricordo che quando uscì “Il cimitero di Praga” (che costava la bellezza di 20€ o giù di lì), l’ebook stava a 5€ in meno. L’ebook non è più economico del cartaceo, è economico e basta, ma per molti editori abbassare il prezzo di un libro significa in qualche modo svilire l’oggetto (l’abbiamo seguita tutti la vicenda di NC a 0,99 con Einaudi che sbraitava (per poi venir fuori che nel gruppo Mondadori si stava progettando una serie a 2,99)).

    Invece di farli a 10€ (quando va bene), fateli a 5€ o a 4€. Questo sarebbe più efficace del bundling.

    • giupasserini ha detto:

      Purtroppo fuori dall’ecosistema Amazon le cose si complicano: hai bisogno di un programma per archiviare e gestire i file, devi scontrarti con le limitazioni del DRM, eventualmente cercare di scavalcarlo, se vuoi passare da un device all’altro non ti si sincronizza niente ecc…

      Quanto al prezzo: al momento i costi dell’ebook sono suddivisi più o meno così: 20% IVA, 30% autore, 30% (o qualcosa di più) distributore. Con il % restante ti devi pagare qualcuno che faccia gli ebook. Per raggiungere il break even non ci vorrà molto, dirai. E’ vero, ma al momento il numero di ebook che si vende mediamente non è sufficiente a raggiungerlo. Insomma, spesso si lavora in perdita.

      Un prezzo più basso sarebbe più attraente, ma raggiungere il break even sarebbe ancora più difficile. Perché finché non hai una massa critica sostanziosa, 10 euro o 5 euro non cambia quasi niente: invece di 50 copie magari ne vendi 200.

      Inoltre io credo che l’ebook valga anche qualcosina di più di quanto proponi tu, ma finché non fai riconoscere il suo valore ai lettori non lo puoi chiedere comunque.Per questo dico che bisogna lavorare anzitutto per allargare la massa degli utenti e valorizzare l’oggetto ebook.

  • polimena ha detto:

    Da un certo punto di vista è vero che l’ebook è una complicazione rispetto al libro ma anche il pc è una complicazione rispetto alla mcchina da scrivere eppure mi sembra che ormai quasi tutti gli scrittori lo utilizzino.
    Io credo che l’ebook soppianterà un certo tipo di libro, quello che ti compri mentre devi fare un viaggio in treno a 4.90 ma mai il libro a cui tieni, quello che vuoi leggere e rileggere e sottolineare e spieagazzare.

    • giupasserini ha detto:

      però un pc è immensamente più potente di una macchina da scrivere, come mettere a paragone un cordless e uno smartphone, il paragone non regge. Concordo con te invece quando dici che l’ebook non soppianterà il libro ma solo alcuni tipo di libro. Su altri tipi invece potrebbe viaggiare in parallelo.

  • Silvio ha detto:

    Io credo che molta colpa sul mancato sfondamento degli ebook (che poi in realtà l’ebbok sta sfondando ovunque nel mondo, meno che in Italia) sia dovuta all’assurdo prezzo che gli editori richiedono da noi: nei paesi anglosassoni la differenza di prezzo è nell’ordine del 50% da noi del 20%. In un mercato asfittico come il nostro la cosa pesa. Inoltre ti rammento che imparare a usare un lettore mp3 ha lo stesso livello di difficoltà che usare un kindle: se il salto lo fai da un libro di carta nella musica lo fai dall’alzare il braccio del piatto e poggiare la testina sul vinile.
    Un’ultima cosa: probabilmente tra una decina di anni ci ritroveremo a maneggiare “libri” in formato elettronico che conterranno molte più informazioni e possibilità di lettura degli attuali rettangoli di carta, la rivoluzione del mezzo si accompagna sempre ad una rivoluzione dei contenuti…

    • giupasserini ha detto:

      In Italia si legge meno e più che altrove c’è una cultura che è portata a vedere il libro come sacro (anche perché lo si usa di meno), per dire.

      Al momento quei prezzi lì non sono sostenibili da parte di un editore, ci vuole un bacino più ampio (vedi commento sopra) per ammortizzare i costi.

      No, è molto diverso, è proprio un salto concettuale: il libro era autoconclusivo, era tutto lì dentro, lettore e cosa da leggere. Disco e giradischi invece sono due cose diverse, una è il lettore, l’altra è la cosa da leggere. Il fatto che piastra e 33 giri si siano evoluti in una cosa sola (il lettore mp3, dove il contenuto tende a coincidere con il contenitore) ha senso, è semplificazione. Che un libro si sia sdoppiano invece in lettore e contenuto ha invece meno senso, è complicazione (a livello cognitivo, intendo).

      Sui nuovi contenuti sono d’accordo con te.

  • ebooksì ha detto:

    se l’ebook non semplifica la vita, prova a leggere Infinite Jest nel cartaceo e prova a leggerlo in ebook, e vedrai come tutto (scoliosi inclusa) diventa più semplice

    • giupasserini ha detto:

      scherzi? io sono convintissimo che l’ebook semplifichi la vita, ma prima devi accettare un po’ di complicazione in più, e non tutti sono pronti a farlo. Ecco perché secondo me l’editore dovrebbe cercare di venire incontro.

  • D-Vision ha detto:

    mi trovi pienamente d’accordo: da non-fruitore di libri digitali non riesco a convincermi a passare all’ebook senza alcun incentivo (ma vedrai che prima o poi i produttori si convinceranno, a rendere concreta la tua visione, è che notoriamente quaggiù siamo bravi a darci la zappa sui piedi: ricordi il rimpallo annoso sui principali formati da adottare?)(e poi scusate, sarò passatista ma il caro vecchio odore delle pagine ingiallite è insostituibile: a meno che non inventino una qualche app, chiaro! 😉

  • Gata da Plar Mony ha detto:

    Anch’io ho un Kindle ed effettivamente lo uso solo per i libri che mi incuriosiscono ma che poi magari non comprerei di carta perchè alla fine della lettura penso non ne valga la pena (gusti personali eh?!)…. però per altri testi m’è successo l’esatto contrario…. dopo aver letto il libro “elettronico”…. sono corsa a comprarmelo di carta… perchè sono “malata” di libri e certe letture vanno conservate, coccolate e spesso riprendere anche solo in mano un libro di carta che m’ha regalato tante emozioni, è come averlo riletto… sensazioni che non mi dà assolutamente il kindle… 😀

    Oppure, leggendo spesso quei libri che raccolgono intere saghe e che quindi sono di 1000 e più pagine, me lo prendo in formato elettronico in previsione di un viaggio… che comodità… 🙂

    Ad ogni modo la trovo un’invenzione geniale 🙂

    Mi piacerebbe solo che i testi elettronici avessero un costo molto più basso di quelli che si trovano spesso in giro, visto che non c’è nè l’uso di carta (gran bella cosa) nè di inchiostro…

    Un saluto! 🙂

  • Ryo ha detto:

    Il discorso fila, ma che senso avrebbe regalare un eBook a chi molto probabilmente non possiede un eReader? 🙂

    • giupasserini ha detto:

      Però tutti hanno un pc, molti hanno uno smartphone e qualcuno ha un tablet. Potrebbe essere un buon modo per aiutare a prendere confidenza con questa tecnologia.

      • Ryo ha detto:

        Tutti hanno un PC, ma pensare di usarlo per leggere un intero romanzo è demotivante (oltre al fatto che devi installare software bla bla bla), tablet e smartphone sono abbastanza diffusi ma probabilmente chi legge libri e chi gioca a tetris (perdonami la generalizzazione 🙂 ) sono due insiemi divergenti :/

  • […] per il web può capitare di imbattersi in articoli come questo, in cui, in modo piuttosto intuitivo e diretto, si prova a spiegare il perché gli ebook fatichino […]

Scrivi una risposta a giupasserini Cancella risposta

Che cos'è?

Stai leggendo Perché gli ebook non hanno ancora sfondato e come potrebbero farlo su Who's the reader?.

Meta